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L'origine della città

Facendo derivare il suo nome dall’arabo, diventa incerta la denominazione, poiché Xiara può essere interpretato sia con “Iava“, sia con “boscaglia“, mentre la traduzione dal greco non lascia dubbi sul suo significato di “bosco“;
il termine trova origine, in questo caso, dalla consistente presenza nell’antichità di una ricca vegetazione che ricopriva la zona.

É facile supporre che proprio per questa condizione ambientale, per la ricchezza di acqua, ma anche per la presenza di diverse grotte e ripari unitamente alla posizione strategica, l’uomo abbia scelto questo luogo fin dalla preistoria.

mappa del primo nucleo della città

Lo testimoniano i resti, nei pressi del
Monte Castellaccio, di mura megalitiche e
di un monumento di aspetto dolmenico, ancora miracolosamente esistenti; a differenza di quest’ultima, quasi tutta l’area collinare denominata “Mura Pregne“, che attestava la presenza umana senza soluzione di continuità dall’Età della pietra al Medioevo, è stata inghiottita da una cava in attività per circa cinquanta anni.

Mura pregne

Oltre la cittadina di Brucato, che sorgeva sull’altopiano, distrutta nel XIV, è probabile che nel feudo esistessero altri piccoli borghi di cui, in qualche caso, è documentata la presenza.

Il principato dei Notarbartolo

La storia del paese inizia ufficialmente
il 13 Novembre 1671 quando il re di Spagna Carlo II investe Filippo Notarbartolo Cipolla del titolo di primo principe di Sciara, concedendogli di popolare il territorio.

É abbastanza probabile, però, che al tempo della signoria del barone Vincenzo Pilo, intorno al XVI secolo, esistesse già un centro abitato con una chiesa, lungo una trazzera a fondovalle del fiume Torto.

Carlo II di Spagna

Dopo aver preso possesso della proprietà, i Notarbartolo costituirono il castello, tipico esempio di residenza seicentesca, sorto, come sempre più spesso accadeva, non tanto per scopi difensivi quanto come dimora della famiglia aristocratica.

A partire dal 1823, con l’investitura a sindaco di Nicasio Saso, il paese cominciò ad affrancarsi dalla condizione di soggezione feudale.

Per uscirne definitivamente, però, dovette ancora attendere una quarantina d’anni, fino al 1860, quando anche a Sciara i contadini occuparono le terre feudali, cacciando alcuni gabellotti e dividendosi i terreni.

Stemma dei notarbartolo di sciara

La Chiesa di
Sant'Anna

Nello sviluppo storico del giovane Comune c’è la sua chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Anna, che sorge nella piazza principale del paese.

Fondata il 1° Aprile 1861, venne intitolata a Sant’Anna in onore della moglie di Filippo, Anna Sandoval dei principi di Castelreale.

Vagamente goticheggiante, con un prospetto caratterizzato da due guglie come nella cattedrale di Magonza in Germania, viene definita “da sempre in costruzione“, una condizione dovuta alla instabilità del terreno su cui è edificata e alle tante problematiche edilizie che subì fin dal momento in cui sorse, nel XVII secolo, con il finanziamento iniziale dei Notarbartolo.

esterno della chiesa

Non meno interessante del passato storico di Sciara sono le sue testimonianze artistiche, a partire da quelle ospitate nella chiesa di Sant’Anna, ricostruita e inaugurata il 10 giugno 1934.

Da decenni chiesa al culto, al suo interno si trovano due acquasantiere scolpite in pietra locale e un fonte battesimale dello scultore Civiletti. Sono da segnalare, inoltre, un quadro raffigurante Sant’Anna con accanto la Madonna fanciulla che offre dei fiori e una tela del Cristo Risorto con ai piedi la Maddalena.

Del XVIII secolo è una scultura lignea del Cuore di Gesù, mentre regalo della famiglia Notabartolo alla chiesa, alla fine del XIX secolo, è un pregiato ostensorio d’argento cesellato con bassorilievi. Alla chiesa appartenevano anche altre tele, tra cui una raffigurazione probabilmente settecentesca delle Anime Sante del Purgatorio avvolte nelle fiamme e con le mani protese verso Dio, andate però perdute.

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